domenica 5 agosto 2012

La politica turistica fatta dai comandanti dei vigili

Filippo Donati, presidente nazionale di Asshotel, albergatore di Ravenna e caro amico, su Facebook ha postato la seguente immagine, accompagnata da una frase di scherno per la cliente che è stata irritata dal comportamanto dei vigili verso i vu comprà in spiaggia.




Ecco cosa gli ho risposto:

Caro Filippo. Ribadisco un concetto semplice semplice...se vado al mare NON VOGLIO essere testimone di un'aggressione, per quanto motivata, a chichessia, soprattutto se questo sta vendendo qualche straccio.

Io ne sono stato testimone in spiaggia a Cesenatico lo scorso anno, e la pressione mi è andata a mille, che è esattamente il contrario dell'obiettivo delle ferie.

Poi se vuoi parliamo del modo in cui fanno i concorsi da vigili per la spiaggia, prendono dei palestrati che hanno sì e no la 5 elementare e gli danno la patente di vigile...(quelli che ho visto io).

Completo il ragionamento.

Per il turista l'Italia non è più il posto bello, gioioso, spensierato, dove passare delle belle ferie.
Putroppo le ragioni per avere il muso lungo le abbiamo (hanno) in molti. Però anche quando si va al ristorante si sentono le urla tra cuoco e cameriere provenire dalla cucina.

L'Italia è diventato il posto dove NON SI PUO' andare a torso nudo, praticare il nudismo (dove?), mangiare un panino sui gradini di una chiesa, bere birra di notte, usare le infradito (chi me l'ha detto?) ecc ecc.

Il Paese dei divieti. Noi siamo abituati a queste cazzate, i turisti no. Quindi... vogliamo eliminare i vu compà dalle spiagge della Romagna?  bene... chiudili in gabbia e buttali a mare, ma lontano dai miei occhi (ehi, scherzo!)


Il punto è che la politica turistica non la può fare il comandante della polizia municipale.

A San Lugano un paesino in prov. di BZ, subito prima di entrare in val di Fiemme arrivando da Ora, c'è il limite dei 50Km/ora (con autovelox) su una ampia strada in discesa.

TUTTI (facciamo un sondaggio?) quelli che vanno in vacanza a Moena e dintorni quando arrivano a casa trovano la multa di questo cazzo di paesino (mi scusino gli abitanti che suppongo molto carini.. però il loro unico vigile non lo è, visto che abbiamo violentemente discusso al telefono per mezz'ora)

Io facevo i 57Km/ora meno 5 di bonus, = 52Km/ora. Multa di 50 Euro.

Il Trentino spende milioni di Euro per portare turisti in montagna e questo paesino della prov. di BZ incassa per ogni auto da 50 a 170 euro o più.
So che la multa è arrivata anche a molti sindaci delle valli di Fassa e Fiemme, e che c'è stata una protesta di detti sindaci che capiscono come quelle multe siano esattamente il contrario di una corretta politica di promozione turistica... nulla.

Ecco quando mi sgolo e parlo di "prodotto turistico" coerente. Questo è un esempio. Bisogna mettere al centro il cliente. E lo sviluppo complessivo della zona.

Francamente a vedere tutte queste incoerenze relative al prodotto turistico mi arrabbio.

Immagino che molti possano pensare che i vu comprà in spiaggia disturbano, vero, così come non è bello vedere gente che gira a torso nudo per le strade d'estate, sarà, oppure che bere birra non educatamente seduti al bar ma per le strade di Roma disturba, credo di sì... ecc. ecc.

Io però mi chiedo - in generale - dove si va a finire con tutte queste ordinanze e divieti, e nello specifico che cosa pensano i nostri turisti di fare le vacanze in un posto dove rischi 3000 Euro di multa per aver comprato degli occhiali griffati da 5 Euro che probabilmente porti 3 volte e poi butti via.

Non so dare una risposta, pongo il problema, perchè le risposte date finora non mi sembrano molto utili all'industria turistica (e neanche a noi italiani in generale... ma possibile che io nato a Verona, non possa se ne ho voglia, sedermi su una panchina della mia città a mangiare un panino? Ovviamente raccogliendo tutte le cartacce)








sabato 4 agosto 2012

Nuotatore o Spadaccino?

TI PIACE L'ITALIA
DEL NUOTO 
O DELLA SCHERMA?

A Londra abbiamo visto le due facce dell'Italia.

L'Italia individualista, geniale, arrogante. Che se vince "sono bravo io" e se perde è colpa degli altri.

Poi c'è l'Italia dell'impegno, del gioco di squadra, del valore anche dell'ultimo arrivato (Luigi Samele, nel caso della sciabola, che ci ha regalato il bronzo)



Sui giornali vanno i nuotatori che strapitano e fanno le primedonne. Bravissimi quando vincono. Penosi quando perdono.
Anche nel business, come nello sport e in politica, belle donne un po' aggressive, niente a che vedere con le nostre compagne quelle che condividono con noi gioie e dolori.

Le medaglie quest'anno le hanno prese gli altri, gli spadaccini, quelli che sgobbano e fanno i fatti.
E le altre, quelle un po' meno belle, ma molto molto più concrete, affiatate, altruiste.

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Se questa crisi ci deve insegnare qualcosa è che dobbiamo essere un po' più come i nostri spadaccini.

L'economia di Germania e America (lasciamo stare quella cinese!) si fondano sul lavoro di squadra, sulla fiducia in chi guida, ma anche sulla partecipazione e adesione entusiasta ad un progetto.

Gli italiani invece? Se sono più di tre attorno ad un tavolo, ognuno tira da una parte diversa. Quando uno parla? Giù critiche. Alla fine della riunione? Nessun obiettivo per un passo successivo.


Forse tu caro lettore pensi che non è sempre così. Menomale. Non sempre.