domenica 16 dicembre 2012

Mettete in galera i ladri. Quelli veri.



La notizia è questa:

Da «ospizio» a hotel a 5 stelle, 8 indagati per abusi edilizi in Comune e municipio


L'accusa: reati di abuso d'ufficio, falso in atto pubblico e abuso edilizio


Accusati: funzionari e tecnici appartenenti al IX dipartimento e al I municipio, un vigile adesso in pensione, nonché i responsabili dei lavori di ristrutturazione.


Che cosa avrebbero fatto? 


"Per poter procedere alla trasformazione della casa di riposo vengono presentate al IX dipartimento una serie di Dia (denuncia di inizio attività) dove si dichiarano l'allargamento della cubatura, il cambio di destinazione di alcune parti della palazzina e il rifacimento del ballatoio, addirittura la creazione di una spa"


Vi rendete conto? Hanno fatto una speculazione edilizia così grave, che comprende la creazione di un centro benessere in un albergo cinque stelle.


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Cambio di scena.


Incontro un architetto che mi dice: "In otto anni ho progettato e realizzato 14 alberghi"


Gli ho chiesto come abbia fatto, con i vincoli ed i problemi posti dalle norme urbanistiche. Mi ha risposto che tutto nasce da un buon imprenditore alberghiero che sa esattamente che cosa vuole. Prepara un buon progetto. Lo presenta per l'approvazione. Lo discute con l'amministrazione, che lo approva. Infine lo esegue esattamente come previsto.


Invece, mi spiega, i problemi nascono da cattivi costruttori, che una volta fatto il progetto e ottenuta l'approvazione, iniziano a chiedere le varianti, nella convinzione che "se l'amministraizone mi ha concesso 100 allora posso chiedere 120... poi 140... e forse 160".


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Conclusione.


E' probabile che a Roma nel caso del First Art Luxory siano state commesse delle irregolarità. 


Ma è altrettanto probabile che invece di seguire una strada chiara e pulita, dove amministrazione comunale e committente, in maniera trasparente condividessero fin dall'inizio finalità e risultato dell'intervento, si sia seguita una strada tortuosa, fatta di DIA e varianti in corso d'opera, allo scopo di raggiungere un risultato "obbligato" (la SPA in un hotel è un obbligo) ma non dichiarabile fin dall'inizio.

Questo secondo metodo, meno limpido, permette a tutti di guadagnare qualcosa, e di credere di essere i più furbi, ed invece ... ecco cosa succede.
Un vicino infastidito, va a guardare nelle carte e scopre che la procedura non è stata perfetta. Si rivolge alla magistratura.


Così, quello che poteva essere ottenuto fin dall'inizio e presentato con una corretta progettazione, e deciso nell'ambito proprio della discrezionalità amministrativa, viene oggi discusso davanti al giudice: il posto peggiore dove discutere della congruità di un progetto con la sua opportunità urbanistica e con il business plan di un hotel.


La responsabilità è di molti.


Dei progettisti che non hanno saputo fare un buon progetto e non hanno saputo farselo approvare dalla pubblica amministrazione. (probabilmente hanno evitato di coinvolgere un esperto di hospitality che motivasse certe scelte).


Dei committenti, che pensavano così di ottenere più di quanto invece era permesso.


I funzionari della pubblica ammnistrazione, combattuti tra una norma ottusa e l'opportunità di "chiudere un occhio" verso una soluzione migliorativa del progetto.


I politici del Comune, che invece di guidare un processo, lo subiscono. 


Ma il responsabile principale è il metodo di pianificazione attivo oggi in Italia. Dove si guardano più ai formalismi che ai risultati condivisi.

In particolare in tema di progettazione alberghiera questo metodo non funziona. Un gruppetto di noi ed io lo stiamo dicendo da anni. Chissà se il nuovo governo se ne occuperà.

Oppure i progetti li faremo solo all'estero... come quelli che per mancanza di opportunità in Italia stiamo facendo in Libia, Mauritania, Russia, o Kazakistan.


 

  

 

 

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