lunedì 21 aprile 2014

Di che cosa ha bisogno il turismo

Lo scorso 14 aprile Lidia Marongiu pubblica il suo "Di che cosa ha bisogno il turismo" e risponde al ministro Franceschini che qualche giorno prima aveva proposto di fare al Sud molti campi da golf.

(Riprendo il tema fra un attimo, ma prima do conto di una polemica che ha coinvolto l'amico Stefano Ceci, che stimo anche per la scelta di essere passato da un'attività "pubblica" ad un impegno di imprenditore privato.


Qualche giorno dopo l'intervento di Franceschini, Stefano Ceci è stato duramente e personalmente attaccato sul Fatto Quotidiano - come si può leggere qui sopra - e ha dovuto rispondere per le rime all'impertinente e disinformato giornalista (giornalaio direi): trovi la risposta di Stefano Ceci qui. )

Stavo riflettendo su questi fatti ed ecco una notizia che non avrei mai creduto di poter leggere. Per la prima volta in assoluto la Ferrari, la "nostra" Ferrari, farà un bellissimo hotel FERRARI in Spagna vicino a Bacellona.



Se non l'avessero appena fatto ministro chiederei le dimissioni immediate di Franceschini.

Ma è possibile che Ferrari faccia un investimento di 100 milioni (e più) per attrarre 4 milioni di visitatori all'anno e in Italia non solo nessuno lo abbia saputo, ma nessuno abbia proposto una sede adatta per quell'investimento?

Ripeto fino alla noia quello che sto scrivendo e dicendo da 10 anni. Per far crescere il turismo italiano serve "prodotto" e "promozione". Ritengo che l'Italia abbia un prodotto poco alla moda rispetto alle aspettative dei potenziali clienti. Dobbiamo investire (o attrarre investimenti) nel prodotto. E cosa succede? Che la Ferrari progetta e realizza un parco che attrae 4 milioni di visitatori e lo esporta in Spagna (a Barcellona).

Caro Franceschini, altro che campi da golf... qui le palline bisogna tirarle sulla testa di chi si fa scappare sotto il naso opportunità come questa.

Dal 2016 avremo una delle nazioni nostre concorrenti dirette nel turismo (la Spagna) che utilizzerà un marchio italiano (uno dei più noti al mondo) per attrarre turismo. E siccome immagino che la decisione di questo progetto sia stata sviluppata negli ultimi 10 anni al massimo, i ministri Rutelli, Brambilla, e Gnudi (forse Brai non ha del tutto colpa, e nemmeno Franceschini,), più un bel gruppo di soloni seduti negli assessorati al turismo di molte regioni, dovrebbero vergognarsi e sparire. Paghiamo così la mancanza di Governance coordinata nel turismo italiano e nell'urbanistica italiana e nella fiscalità italiana.

Negli stessi giorni incrocio un'altra notizia che mi ha fatto arrabbiare, perché testimonia quanto siano stolti governanti e imprenditori italiani. La catena INGLESE di caffè ITALIANI chiamata Caffè Nero (con due effe!!!) di fortissimo sounding italiano, dal 2007 ad oggi ha fatto 100 milioni di sterline di profitti senza pagare una sterlina in tasse.

Non ha pagato LEGALMENTE una sterlina di tasse.



Così ha potuto espandersi e coprire un mercato straordinario con un prodotto italiano, un marchio italiano, e un sounding ed immagine italiani. 

Contenti? Ed in più oggi ha una forza straordinaria perché può continuare a crescere grazie agli utili esentasse che la Gran Bretagna permette di reinvestire.

Torniamo quindi a Lidia e a Franceschini. 

Non vi pare che qui serva "visione", interventi immediati e velocissimi che da Matteo Renzi mi aspetterei, prendere per le orecchie le Regioni che ci hanno portato con la loro burocrazia a tutto questo, badare che il cervello sia collegato prima di parlare e soprattutto agire su FISCALITA' E URBANISTICA in modo coerente? 

In questa breve pagina mi sembra che ci siano le tre cose che noi italiani facciamo e che andrebbero cambiate subito:

1. Le polemiche personali inutili
2. La mancanza di strategia che ci porta via un investimento come quello della Ferrari
3. Un carico di tasse che allontana i potenziali investitori.

Mentre gli altri cosa fanno:

1. Decidono e mantengono ferme le decisioni
2. Coinvolgono grandi investitori in operazioni strategiche che diano ritorno
3. Permettono che l'investimento abbia un ritorno grazie a tasse ridotte.

Pensate ai 200 milioni che la Regione Sicilia ha messo a disposizione per il rinnovo degli hotel. Un bando del 2011 fermo per 3 anni. Ora in fase conclusiva con centinaia di piccoli interventi a rischio perché nessuno si è occupato del credito (e perché tra pubblico e privati hanno fatto a gara a chi era il più furbo)... risultato lo vedremo. 

Siamo nelle mani della nuova giunta con (non a caso) Nico Torrisi come assessore, che sicuramente potrà dare una mano per uscire dal ginepraio, e non sprecare altri 200 milioni pubblici.

Ma anche quella è una storia assurda di burocratica normalità, che ha condotto al disastro il nostro turismo ed in generale il nostro paese. 















Nessun commento: