domenica 14 settembre 2014

Piccolo è brutto.

(i fatti raccontati in questo post sono realmente avvenuti, per amor di patria tengo nascosti il Chi e il Dove, il mio ospite fraterno non se ne abbia a male, purtroppo sono cose che capitano quando...)

Un caro amico mi ha invitato ad una festa di compleanno, così dopo una giornata di viaggio, mi sono sobbarcato un altro po' di chilometri per raggiungere il luogo della festa, un B&B che Tripadvisor segnala come "eccellente" oltre 150 volte, buono 6, medio 3, nessun commento negativo.

Imposto il navigatore che però mi fa uscire al casello sbagliato, così dal casello alla destinazione ci metto più di mezz'ora. Il luogo è davvero sperduto, dal centro della città poco che ci voglia, servono 20 minuti, gli ultimi due chilometri sono di una stradina sterrata, con una pendenza impressionante, dove due auto si incrociano a malapena. E' buio e guardo se c'è segnale, ovviamente Vodafone non mi dà linea.

Arriviamo. In fondo ad una valletta in mezzo a dei filari tenuti molto bene, si presenta un ampio parcheggio, con prato all'inglese, ed una casa, non grande, ma subito si capisce l'amore e la cura con cui è stata ristrutturata.
L'accoglienza è "esclusiva" se non altro per i pezzi in argento, i quadri preziosi, l'arredo curato, il restauro sapiente.

Come avevo notato la casa è "piccola", ingressino e saletta non tengono in piedi più di 10-15 perone. Una struttura tipo gazebo, in plastica, chiusa, con dei "funghi" accesi che scaldano, la musica e quattro salti permettono di star bene all'aperto anche se fa frescolino.

Vengono aperte con una buona continuità delle ottime bottiglie di vino, non mi sono fatto negare svariate mescite di un ottimo prosecco, mentre viene servito del cibo non all'altezza del luogo e delle aspettative (e della classe del festeggiato).

Il padrone di casa è un medico in pensione che ha perseguito il progetto del B&B senza badare a spese.
La casa la gestisce con una moglie molto graziosa e due figli 25-30 enni.

Ci fa visitare le camere, che sono un incanto. Capisco perché gli sono costate un'occhio della testa.
Le camere sono 7 e quella sera dei primi di settembre in una città che probabilmente fa la massima occupazione dell'anno, ne ha solo una occupata.

Torno a guardare come viene promossa la struttura in Internet, ma non mi ricordo il nome. A ripensarci non ha né un buon nome, né un logo memorabili. Come spesso accade, l'architetto ha speso tutti i soldi, e non ne ha lasciati per il marketing.
Su booking viene classificata sotto un paesino alle porte della città, così che chi cerca un hotel in città non potrà mai trovare questa struttura.

Poi i prezzi sono decisamente importanti, da 150 € a 225 €, a quel prezzo in centro città si trovano delle ottime soluzioni. Il 5 stelle L più importante vende a 275 €, con un servizio perfetto offerto da una grande catena internazionale.

Quindi scuoto la testa.

Pro:
1. Restauro inimitabile
2. Arredi esclusivi
3. Ambiente famigliare
4. Silenzio e pace

Contro:
1. Difficile da raggiungere da autostrada, con stradina pericolosa, non oso pensare con pioggia o neve
2. Lontana dal centro città, non permette di vivere la città (passeggio, negozi, monumenti)
3. Nome e brand inesistenti
4. Poche camere (sette) per una redditività limitata
5. Cucina amatoriale, molto peggio di quella di mia mamma, che è bravina, ma ha anche 88 anni.
6. Prezzi inadeguati al prodotto, ma soprattutto al servizio.

Negli ultimi anni è accaduto sovente che professionisti o imprenditori abbiano fatto la scelta compiuta da questo medico in pensione, investendo tantissimi soldi, che non torneranno mai, rincorrendo i sogni di architetti che hanno incontrato la gallina dalle uova d'oro.

E' il solito ritornello che sta facendo fallire questo nostro paese.

Le società sono di numero dispari, ma tre si è troppi. Siiii, loro hanno fallito ma io so come fare. No un business plan non lo pago, non serve. Mi sono innamorato di un posto unico, incantevole. Facciamo noi, come a casa.... ma il cliente paga, non sei la mamma alla quale si perdona se il riso è scotto. Piccole strutture, questi erano i soldi che avevamo, anzi abbiamo speso molto più di quanto pensavamo (ovviamente). Il comune, la sovraintendenza, le autorità non ci hanno permesso.

In sintesi. Oggi il Times dice che "i ranger italiani che hanno ucciso l'orsa sono degli inetti".

Ci sono italiani capaci ed eccellenti, che poi sono degli inetti se fanno quello per cui non sono preparati.
Spesso il turismo viene lasciato agli amatori, invece per una grande industria turistica serve una grande visione, una grande professionalità, e una attività di successo scalabile.

Invece (e qui addosso tutta la colpa a certa politica) si rincorrono le mode e si favoriscono, anche per meri calcoli elettorali, progetti "piccoli" gestiti in modo amatoriale.
Sarebbe ora di smetterla. Mi aspetto che Governo e Regioni capiscano che il successo del turismo italiano non può basarsi su questa pletora di cosine piccole, che operano al confine della legalità, senza le medesime regole cui devono sottostare gli hotel.

Anche le banche hanno una bella responsabilità.
I soldi per finanziare un medico che riceve una lauta pensione dello stato li mettono a disposizione. Invece per fare investimenti a rischio per giovani intraprendenti no.
Anche lì si deve cambiare. Anche in questo Stato e Banca d'Italia hanno forti responsabilità. Per chi riesce a vederle.



















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