sabato 24 gennaio 2015

#verybello.it

Post Scriptum del 25/1

Ieri 24 gennaio i social (soprattutto TW) si sono scatenati sul tema di #verybello e  alcuni amici hanno anche pubblicato dei post molto ficcanti, che qui richiamo.


(sicuramente me ne sono perso qualcuno, e prego gli autori di segnalarmelo)

In zona cesarini scrivono sul tema


A tutte queste sollecitazioni risponde il Ministro @dariofrance Dario Franceschini che Risponde alle Polemiche

Tutti a dire la propria, ma quella che al solito usa poche parole per mettere una pietra tombale sull'esperienza è @robertamilano, alla quale va tutta la mia comprensione ed affetto, sapendo quanto si è spesa...



Mentre Rodolfo Baggio, commenta che "imbarazzo è la versione ottimista"


Capisco perfettamente che @stefano_ceci taccia... un silenzio assordante, che la dice lunga.

Invece, Giacomo Biraghi (@secolourbano) che sembra sia il Digital PR di @EXPO2015 liquida la questione come pugnette da intellettuali


In che mani è questa povera Italia.

Post post scriptum
Un uccellino mi fa notare che i matrimoni con i fichi secchi non si fanno.
Invece sembra che anche da quelle parti ci siano rimasti solo qualche fico e qualche noce.
Ed inoltre abbiamo perso per strada il rigore e la creatività italiana.



Nel frattempo per incanto Sicilia e Calabria compaiono


Intanto il TGLa7 del 26/1 ore 13.30 dedica un lungo servizio al tema con un'intervista a Annamaria Testa







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Post Originale del 24/1

Sono stanco di essere sempre critico con l'attività del Governo e del Ministero del Turismo.
Insomma, agli esami 40 anni fa avevo una professoressa che chiedeva agli studenti "ma le pare bello?"
E poi spietata bocciava.

La domanda da farsi è "ma ti pare bello?", ma anche "ti pare una comunicazione logica?" o è una delle molte marchette fatte a chi fa siti?

(a proposito, un sito così l'avevano ideato nel 2000 certi amici capitanati da Pierino Gross e l'avevano chiamato "Eventin.it". Esperienza fallita perchè in quegli anni negli enti pubblici non si capiva l'importanza di aggiornare e pubblicare on line le informazioni sugli eventi del proprio comune, si preferiva di gran lunga spendere per fare un proprio sito, magari che dopo poco faceva la polvere, come moltissimi siti istituzionali )

Poi, quel logo e quel brand! www.verybello.it, che di colpo ho detto LUCIDALABBRA.
No, i lucidalabbra li trovi  in www.verybella.it.
(ad oggi non ci è dato di sapere chi ha avuto la fulminante intuizione del nome e del brand, visto che nessuna agenzia ne riconosce la paternità)

Continuiamo a fare le cose Mentula Canis.
(Comunque un servizio di ricerca su che cosa fare dove, era necessario, magari si poteva pensarlo meglio, prima e lanciarlo quando fosse stato pronto, visto che per ora è in italiano: a proposito speriamo che i traduttori traducano mais in "corn")

Come qualità del brand e scelta della comunicazione fa il paio con il citriolone. Studiato, pagato, presentato, e gettato nel bidone.



Basta. Io consulenza gratis non ne do. Arrangiatevi.
(Anche perché il Ministero ha avuto fior fiore di consulenti che hanno lavorato gratis e credo con scarsissima attenzione, almeno finora)

Vorrei solo ricordare che "bello", soprattutto in Americano,viene spesso usato così:

E che la parola "bello" viene spesso associata alle seguenti parole:




E allora @checovenier ha scritto:


E @alebegoli invece nota che il più blasonato sito www.emiliaromagnaturismo.it è down da qualche ora perchè è domenica, e nessun dipendente pubblico se ne cura.



Per non abbatterci troppo, ecco un esempio davvero bello e professionale di comunicazione, preparata dal Ministero dello Sviluppo Economico e presentato a Davos, qualche giorno fa.

Il ViceMinistro Calenda dice "sarà il filo conduttore del piano straordinario per il Made in Italy varato dal governo. Il prossimo passo vedrà la nascita di una piattaforma web che illustrerà gli innumerevoli punti di forza del nostro sistema economico-industriale, in particolare quelli meno conosciuti al grande pubblico in Italia e all'estero, oltre alle riforme del settore già attuate dal Governo e quelle in calendario".

Ecco, questo un bellissimo esempio di come si può fare bene una comunicazione istituzionale.







Francamente: menomale

giovedì 1 gennaio 2015

POMPEI A CAPODANNO E' APERTO, NO E' CHIUSO

Pompei il primo dell'anno sta aperto.
Contrordine compagni, Pompei a Capodanno chiude.

Deciso in una riunione carbonara al ministero, con sindacati di affaticati addetti al sito archeologico, i quali prevedendo la neve (come poi è effettivamente arrivata) hanno pensato bene di farsi un ulteriore piatto di lenticchie piuttosto che lavorare al freddo e al gelo.

Al ministro non pareva vero di poter tener chiuso, così risparmiava qualche liretta, che gli avrebbe permesso di ridurre l'IVA sugli e-book a partire dal 1 gennaio, e stare anche in quel giorno sulle prime pagine dei giornali (oramai tutti amici) con la solita notizia non-notizia [spiego: la differenza delle due aliquote sul prezzo di un e-book - di media 6 € - è di circa un euro, se volete vi impresto la calcolatrice per fare il conto, se un grande lettore ne compra 7 in un anno, risparmia 7 €... pinuts].

Veniamo al problema Pompei.
Come previsto, poiché i tour operator, soprattutto quelli che vendono i viaggi in Giappone, USA o Brasile, li programmano con sei mesi o un anno di anticipo, ecco che alla mattina del 1 gennaio decine di autobus si presentano davanti ai cancelli chiusi.

Vero che il Ministro e la Sottosegretaria hanno spiegato con comunicati stampa ripresi dai giornali italiani, che per poche migliaia di turisti non valeva la pena, non era economicamente vantaggioso, pagare gli straordinari ai guardiani, e perciò loro ritenevano opportuno tenere Pompei chiusa. 
Anzi, di fronte alle proteste di agenti e tour operator, hanno spiegato con dovizia di particolari che si tratta di buona amministrazione.

Però... in pieno inverno, 3000-5000 turisti in una cittadina come Pompei significano un fatturato minimo di € 800.000-1.000.000 su cui i commercianti e gli albergatori pagano le tasse (se non le pagano chiamate la GdF).

Ma qui si fa a chi non lavora o lavora meno, pur prendendo lo stipendio. Tanto noi i piccioli per il PIL li guadagnamo con droga e prostituzione, e otteniamo anche il plauso dell'Europa, perchè invece di crescere di un punticino striminzito, il PIL grazie all'economia illegale è salito del 4%.

(prendiamo nota di avviare alla redditizia attività figlie, sorelle e madri. Le mogli no, sai com'è!) 


Così, oggi 1 gennaio 2015 la rinascita del turismo italiano va a sbattere contro i cancelli chiusi di Pompei, come è testimoniato dal giornale di Napoli, Il Mattino.
A me viene da dire che, qualunque persona dotata di buonsenso, conoscendo l'efficienza svizzera dei lavoratori pubblici italiani, invece di decidere una vacanza a Napoli e Pompei per Capodanno, ha preferito qualche spiaggia mediterranea o una città europea.

E siccome la decisione di non aprire, come si è detto, è stata abbastanza imprevista, i gestori del sito web ufficiale di POMPEI non hanno avuto il tempo di aggiornarlo e di informare chi lo avesse consultato per chiarimenti.


Non ci si chiami gufi, molto più adatto l'epiteto Brontolo.
Brontoliamo a ragione di fronte a degli imbecilli dalla cui azione dipende il benessere nostro e dei nostri clienti, e dei clienti dei nostri clienti, in una catena che potrebbe rappresentare il 20% del PIL nazionale ed invece rappresenta a malapena l'11.

Non vi stupisca quindi se il proposito che ho fatto per il 1 dell'Anno è quello di concretizzare il mio sogno, come suggerisce qui Richard Branson. Ma via di qui.

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P.S.

A Roma intanto i treni della metropolitana viaggiano con 30 minuti di ritardo perché senza personale...