domenica 26 aprile 2015

Come vanno le cose nel TURISMO negli ultimi anni? A p.d.c. (Post 2)

Oltre al dato sulla quantità degli investimenti, c'è un altro dato che deve preoccupare chi si occupa di turismo: il saldo tra entrate ed uscite valutarie per ragioni turistiche.

Negli ultimi anni, nonostante la crisi, abbiamo assistito ad uno strano fenomeno: le entrate valutarie per turismo continuano a salire, ma anche le uscite crescono, quasi più delle entrate, mantenendo il saldo fermo, ad un livello che per valore assoluto è molto vicino a quello del 2004.

In altre parole: facciamo un grande sforzo per attirare viaggiatori stranieri, e ci riusciamo anche, ma contemporaneamente perdiamo i viaggiatori italiani.(Vedi tabella seguente: mia elaborazione su dati Banca d'Italia)


Che cosa succede nel 2014 per giustificare questo calo del saldo?

Innanzitutto crescono i pernottamenti degli Italiani all'estero per motivi di lavoro, che passano da 70.243.000 del 2013 a 73.689.000 del 2014, contemporaneamente crescono (decisamente) i pernottamenti degli Italiani all'estero per motivi di vacanza da 189.896.000 a 195.172.000 (ben 6 milioni di pernottamenti in più all'estero in un anno).

I pernottamenti degli stranieri in Italia per motivi di lavoro, tra il 2013 e il 2014 sono in leggerissimo calo, mentre crescono i pernottamenti degli stranieri per vacanza da 186.105.000 a 192.885.000.

In sostanza negli ultimi anni a fronte di un incremento di turisti stranieri che visitano l'Italia, aumenta considerevolmente anche il numero degli Italiani che fa vacanza all'estero.

Si noti che i turisti che visitano l'Italia vengono prevalentemente dai paesi Europei (sia EU che non EU).

Variazione dei pernottamenti di turisti stranieri, provenienti da 

Europa              +  4.026.000
Europa non EU  + 1.857.000
America             +    921.000
Asia e Oceania   - 1.994.000

Gli Italiani che preferiscono fare le vacanze all'estero, vanno prevalentemente (pernottamenti)

Francia                  + 3.630.000
Spagna                  + 1.637.000 
UK                        +   195.000 
Cuba                     +    221.000 
Messico                 +     88.000
Africa                    +    457.000*

* il dato non comprende l'Egitto, una delle mete preferite per le vacanze degli Italiani, che è stabile a 2,5 milioni di pernottamenti.



La situazione del nostro turismo quindi è la seguente:

1. Gli Italiani vanno sempre più a fare le proprie ferie all'estero.
2. I turisti stranieri che visitano l'Italia crescono

Ma nel saldo l'Italia ci rimette.

La tabella qui sopra dà una prima indicazione di qual è l'Italia che vince e quella che perde.

Vanno bene le regioni del Nord Ovest, il Veneto, il Lazio, la Toscana, e la Sicilia. Vanno bene le città.
Vanno "male" regioni come Emilia Romagna, Marche, Puglia, Calabria, Sardegna.
Soprattutto quelle che sono legate al prodotto "mare" e che non hanno saputo innovarsi.
E' lì che si deve intervenire: sulla montagna (anche il Trentino non fa faville), le terme, ed il mare.

Ma per farlo servono ingenti capitali, che vanno attratti con una politica pubblica che favorisca il ritorno dell'investimento.
Con idee e strategie di progetto che finora nessuno ha messo in campo.
Ma su questo non ci siamo.

Continuiamo a parlare di Pompei, Colosseo e Venezia (che sono importantissime) dimenticando le altre opportunità che l'Italia può offrire a chi viaggia per turismo.

Opportunità che i viaggiatori richiederebbero, ma che vanno a cercare all'estero, in strutture più moderne, gestite managerialmente a minor prezzo. Anche gli Italiani.










Perché le cose nel TURISMO vanno male spiegato a prova di cretino (post 1)

In questo post provo a spiegare perché le cose nel turismo italiano vanno male.
Proverò ad essere ancora più chiaro, con numeri e statistiche aggiornate.
Ma basterebbe un solo dato, per tagliare la testa al toro:

Nel 2014 gli investimenti nel "Travel and Tourism" dichiarati dal World Travel and Tourist Council sono stati:

9,2 bn per l'Italia, con una crescita prevista del + 0,4% nel 2015
13,5 bn per la Spagna con un + 3,8% nel 2015
31,0 bn per la Francia con un + 2,5% nel 2015

La Francia investe nel turismo 3 volte quello che investe l'Italia.
Questo dato da solo basta a spiegare tutto.
Da molti anni mi associo a quanti scrivono e strepitano che va fatta una politica che favorisca gli investimenti in questo paese. L'abbiamo detto. Punto. Ora si deve farlo.


Compariamo Italia a Francia e Spagna (ne ho già parlato un anno fa qui), e otteniamo i seguenti dati.
Francia e Spagna investono nel turismo molto più dell'Italia. Ed hanno in previsione consistenti aumenti dell'investimento, pur essendo tre economie che dal punto di vista turistico sono comparabili: al 6°, 7° e 8° posto per "contribuzione" del settore al GDP.

Francia e Spagna hanno un numero di occupati paragonabile al nostro, anche se sembra che l'Italia abbia una produttività per addetto peggiore dei competitor.

Tutti e tre i paesi basano il proprio successo sia sul turismo business che su quello leisure, la Spagna un po' più leisure degli altri.

In entrambi i paesi concorrenti il turismo straniero ha più rilevanza che in Italia. E questo è un brutto segnale per il nostro Paese.

Infine sia Francia che Spagna si aspettano una crescita della contribuzione al PIL per il 2015 DOPPIA della contribuzione che il turismo darà al PIL Italiano. 
Insomma, il divario aumenta. E fra un attimo vedremo che la crescita francese e spagnola viene favorita anche dal turismo che gli ITALIANI fanno verso quei paesi.

Se le cose andranno così, vorrà dire che la mia previsione di Capodanno sarà, almeno in parte sbagliata.

C'è un secondo argomento su cui riflettere, e cioè la stabilità della bilancia valutaria turistica.... il post continua qui.


















domenica 5 aprile 2015

2014 Netto calo dei viaggi degli italiani... però...

Viaggi e vacanze in Italia e all’estero 


Riassumiamo il 2014:

- calo deciso dei viaggi -9,5%
- pernottamenti e viaggi lunghi sia per turismo che per lavoro rimangono stabili
- viaggi in Italia calano del -15,2%
- viaggi all'estero aumentano + 19,7
- molti viaggi sono per lavoro nell' UE
- 32% delle vacanze brevi si fanno in Francia
- il 21,9 % delle vacanze lunghe si fanno in Spagna


Nel 2014, i residenti in Italia hanno effettuato 63 milioni e 632 mila viaggi con pernottamento, il 9,5% in meno rispetto all'anno precedente (erano 70 milioni e 350 mila).
La durata media dei viaggi resta stabile a 5,8 notti (6,2 per quelli di vacanza e 3,5 per quelli di lavoro), per un totale di 370 milioni di pernottamenti.
Diminuiscono le vacanze brevi (-23,6% e -21,2% in termini di pernottamenti), mentre i viaggi per vacanza lunga (29,9 milioni) e quelli effettuati per motivi di lavoro (8,2 milioni) rimangono sostanzialmente invariati (anche in termini di pernottamenti).
Il calo si registra tra i viaggi in Italia (-15,2%), che rappresentano oltre i tre quarti del totale, mentre quelli all'estero aumentano (+19,7%), a seguito della crescita dei viaggi di lavoro nei paesi dell'Ue (+23,8%).
La diminuzione dei viaggi si concentra nel primo semestre dell'anno: -17,5% tra gennaio e marzo,
-11,9% tra aprile e giugno.
Francia e Spagna sono le destinazioni europee preferite per le vacanze: nella prima si trascorre circa un terzo (32,8%) delle vacanze brevi, mentre nella seconda il 16,5% delle lunghe. La Germania è, invece, il paese più visitato per motivi di affari (21,9%).
Tra le destinazioni extra-europee, il Marocco e la Tunisia sono i luoghi più visitati per le vacanze (3,5% e 2,7%) e gli USA per i viaggi di lavoro (8%).
In Italia, oltre il 10% delle vacanze lunghe estive è trascorso in Toscana (13,2%) e Puglia (10,2%), mentre le mete invernali preferite sono Trentino-Alto Adige (27,6%) e Lombardia (16,7%).


Fonte ISTAT : http://www.istat.it/it/archivio/148650 

sabato 4 aprile 2015

EXPO 2015 e il turismo italiano.

Oggi Marco Cobianchi scrive che secondo lui l'EXPO andava fatto anche se i conti chiuderanno in perdita.
Io ribadisco che non ho ancora capito che cosa sia, quali obiettivi abbia, e a chi si rivolga.
E temo che non vi sia nessuno in Italia che sappia rispondere con coerenza a queste tre domande.

Nonostante questo auguro ad EXPO e al nostro paese il massimo successo (sebbene io non sappia come misurarlo, a parte i 24 milioni di biglietti necessari per pareggiare i conti).

Ma se il costo dell'intera operazione (non ho capito chi lo paghi) è di 3,2 miliardi, segnalo che con quei soldi si poteva rivoltare l'Italia turistica come un calzino.

Sottolineo che il "prodotto turistico" italiano sempre più spesso non risponde alle aspettative dei viaggiatori, e che per tornare ai livelli di successo di pochi anni fa servono ingenti investimenti.

Vale per EXPO quanto scrissi scrissi sul tema delle Olimpiadi che Monti non volle, a Roma.

"Se si volessero investire 1000 milioni di euro in questo progetto di rinnovo del turismo italiano, e questo desse origine a 3 miliardi di lavori, significherebbe mettere in moto il rinnovo di almeno 60mila camere: 750 hotel completamente rinnovati. Bello!

Secondo me questa non dovrebbe essere un'attività da sviluppare "a pioggia", ma deve essere inserita in un progetto di ammodernamento di intere porzioni di territorio. Un po' quello che ha fatto Jesolo, che da destinazione polverosa ha scelto di diventare una destinazione alla moda.

Si potrebbero quindi individuare 5 cittadine come Jesolo e concentrarsi su quelle. Cinque zone che diventano attrazione. Una volta avviate, fra 5 anni si passerebbe ad altre 5, e così via. Dobbiamo guardare al futuro. Non necessariamente quello troppo lontano, ma nemmeno guardarsi sempre e solo la punta del naso, che i risultati si vedono.

Ecco che un quinto dell'investimento previsto per le Olimpiadi, darebbe un risultato davvero interessante sia in termini di sviluppo economico, dando lavoro a imprese essenzialmente italiane, e di creazione di un volano positivo per il turismo."

Come al solito, servono degli obiettivi e poi perseguirli.
Ma devono essere obiettivi chiari e condivisi.
Putroppo anche questo governo sul turismo non sa che cosa fare.


giovedì 2 aprile 2015

Far ripartire gli investimenti

Il polso degli investimenti nel turismo ce l'ho, a volte con un anticipo di uno o due anni.
I dati di oggi non sono ancora positivi, forse non sono più negativi come lo erano nel passato. Oggi più che "speriamo" non possiamo dire.

Il 29 dicembre 2014 avevo scritto una previsione. Che mi auguro possa essere confermata, però...

[mi scuso con chi fa l'ottimista a tutti i costi, io uso il mio cervello per analizzare i trend]

Qualcosa si muove. Vero.
Il QE sta iniziando a funzionare. Gli incentivi per le assunzioni anche. Il dollaro che si rafforza può aiutare. Il petrolio che cala anche. Ora arriva l'Expo (non ci credo, ma sono pronto a ricredermi se i numeri mi diranno il contrario: basta non mi contrabbandiate gli scolari italiani come fossero turisti stranieri, che non ci casco) e poi il Giubileo (certamente più interessante per Roma e l'Italia 2016)

Però, la pressione fiscale resta a livelli altissimi.


Inoltre gli investimenti sono sempre pochini


Reuters ci dice che dopo un periodo di calma, sono ricominciate le acquisizioni di aziende italiane da parte delle aziende estere. GAC  


Il punto è che a prezzi bassi, e con un management disperato, è ovvio che si compri, soprattutto se le aziende continuano a fare margini decrescenti, utili falcidiati dalle tasse, e i margini veri si possono fare all'estero, lasciando la R&S e la direzione in Italia, commerciale e produzione all'estero, con buona pace di chi vorrebbe far pagare le tasse italiane alle multinazionali.

Anche noi vediamo che ci sono capitali che girano intorno al meglio delle aziende turistiche italiane come degli squali affamati.
"Distressed" è la parola magica. Ricerca di investimenti nel settore alberghiero, strutture in buona posizione, che costano 10 volte il reddito che generano.

Ma comprare un'azienda in difficoltà, non significa "investire".
Gli investimenti che servirebbero sono quelli che fanno impiantare una nuova azienda o ingrandire una esistente, con maggiore capacità produttiva, più personale magari pagato meglio.
Ma non è questo quello che vediamo.

Non ancora. E fin che non si #cambiaverso davvero speranze di veder diminuire davvero la disoccupazione non ce n'è.

Il Ministro del Turismo ha pubblicato i decreti attuativi che permettono alle aziende turistico alberghiere di fare investimenti con dei vantaggi fiscali. Molto bene. Lo chiedevo dal 2011 e con molto ritardo ci siamo,... ora avanti col resto.


Un dato che conferma la fuga dall'Italia.
Fuggono i capitali (da tempo), fuggono i cervelli, specialmente giovani, ma non solo. Ora fuggono anche i turisti italiani che fanno le vacanze all'estero?

Per me la strada per chi resta è tutta in salita.